venerdì 7 giugno 2013

Nota Storico-politica del Movimento Studentesco Fiorentino


Nell’autunno 1971, la Fgci (Federazione Giovanile Comunista Italiana) di Firenze lancia la proposta di costruire un’organizzazione autonoma del movimento studentesco.  Il documento fondativo indica i punti di fondo: la presenza degli studenti nello scontro sociale e politico, per dare un’alternativa politica al nostro Paese, l’unità fra movimento studentesco e movimento operaio, nella reciproca autonomia politica ed organizzativa, la difesa e lo sviluppo della democrazia nella scuola e nella società italiana, la tutela e l’allargamento degli spazi di democrazia studentesca.
La scuola è assunta come specifico terreno di iniziativa per un processo di riforma dell’istituzione e del suo rapporto con la società. Si tengono insieme la tutela e l’allargamento degli spazi di democrazia studentesca con l’esigenza di cambiamento e di sperimentazione sul piano della didattica e con il raccordo che la scuola deve avere con un diverso sviluppo economico e sociale, per dare lavoro e sbocco occupazionale qualificato alle nuove generazioni.
Per tutto questo si pone l’obbiettivo di uscire dalle contrapposizioni politico-ideologiche e di costruire in ogni scuola comitati che siano la base di un movimento studentesco autonomo, politico, di massa, e che tendenzialmente sia coordinato e organizzato fino alla dimensione nazionale.
Il Movimento studentesco fiorentino, con la propria iniziativa positiva, insieme a nuove realtà maturate in altre città, diventa un punto di riferimento, un’esperienza-pilota a livello nazionale: agli inizi del ’74 nascono gli Organismi studenteschi autonomi, l’organizzazione nazionale che dà impulso ad un nuovo ed importante ciclo di lotte studentesche che ottengono risultati significativi nel processo di riforma della scuola.
In quell’anno, il Msf, insieme agli Osa (Organismi Studenteschi Autonomi), s’impegna fortemente anche in un grande battaglia di civiltà: gli studenti danno un contributo importante alla difesa della legge sul divorzio.
Nel Msf, sull’onda di quella forte iniziativa e sulla base del nuovo fermento che si sviluppa nella società italiana, in specie fra le nuove generazioni femminili, prende corpo un’importante esperienza femminista che connota largamente il modo di essere del movimento.
Insieme alla partecipazione ai momenti generali di lotta sul piano sociale e della difesa della democrazia, in Italia e nel mondo, forte è anche l’iniziativa del Msf  per l’autodeterminazione dei popoli e per la pace.
Nel febbraio ’75, a Firenze, alle elezioni per i rappresentanti degli studenti, previsti dai decreti delegati per la scuola, le liste organizzate dal Msf ottengono un successo straordinario: così avviene anche nel resto del Paese, segnalando chiaramente quella grande spinta a sinistra che è maturata fra le nuove generazioni.
L’azione del Msf, radicata in tutte le scuole di Firenze e dell’intero territorio metropolitano, si sviluppa ulteriormente nella nuova fase politica che si è aperta nel Paese: e dà luogo, oltre che a significativi momenti di lotta, specifici e generali, per la riforma della scuola, ad un importante rapporto con il movimento degli insegnanti ed anche ad iniziative culturali nella città.
Sorto sul finire del ’71, il Msf incontra la sua conclusione con il Settantasette e con il terrorismo.
E’ senza dubbio un’esperienza importante sul piano sociale, politico, culturale. Costituisce il campo di formazione politico-ideale di una parte larga della nuova generazione studentesca della nostra città. La ricerca in tal senso, in cui è impegnato, in prima fila, l’Istituto Gramsci Toscano, può essere importante per comprendere un pezzo di realtà, nel suo contesto più generale.

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